Cos’è
Un esempio considerevole in materia di agevolazioni è il “Patent Box”, un’opzione fiscale introdotta per incentivare le imprese a investire in ricerca e sviluppo, con particolare riferimento alla valorizzazione dei beni immateriali. Questo regime fiscale consente alle aziende di beneficiare di una deduzione del 110% sulle spese per lo sviluppo, il mantenimento e l’incremento del valore di asset immateriali, come brevetti, software protetti da copyright, disegni e modelli. Ciò comporta una riduzione del reddito imponibile e un conseguente risparmio fiscale, grazie all’applicazione dell’aliquota IRES del 24%, oltre all’aliquota IRAP che varia in base alla regione.
Il “Patent Box” è una misura opzionale introdotta per incentivare gli investimenti in ricerca e sviluppo, con particolare attenzione alla valorizzazione di beni immateriali. Consiste in una maggiorazione del 110% delle spese sostenute per la creazione e lo sviluppo di questi asset, riducendo il carico fiscale delle imprese beneficiarie. L’agevolazione è riservata alle imprese italiane che svolgono attività di ricerca e sviluppo finalizzate alla creazione o al miglioramento di beni immateriali. È necessario che tali beni siano registrati, contabilizzati e utilizzati nell’attività d’impresa. Per massimizzare i benefici, è consigliabile una valutazione preliminare della convenienza di accedere a questo regime. Questa misura promuove l’innovazione e la competitività aziendale, offrendo un’opportunità concreta di risparmio fiscale.
Origine ed evoluzione
In origine il “Patent Box” prevedeva un’esenzione parziale del reddito imponibile derivante dallo sfruttamento economico dei menzionati beni immateriali. Tuttavia, a seguito delle modifiche normative intervenute, l’attuale configurazione dell’agevolazione non si basa più sulla detassazione dei redditi derivanti dagli asset immateriali come disciplinato dall’art. 1, commi da 37 a 45, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, ma piuttosto su una maggiorazione delle spese sostenute per la loro creazione e sviluppo come disciplinato dall’articolo 6 del decreto legge 21 ottobre 2021, n. 146, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2021, n. 215, così come successivamente modificato dalla legge 30 dicembre 2021, n. 234. Invero, con i recenti chiarimenti dell’Agenzia delle entrate il nuovo regime agevolativo semplificato Patent box, introdotto dall’articolo 6 decreto legge 146/2021, diviene pienamente operativo. Tale progresso normativo ha semplificato la disciplina del “Patent Box” rendendo il regime più aderente alle esigenze di incentivazione degli investimenti in innovazione, riducendo parallelamente il rischio di utilizzi distorti dello strumento a fini di ottimizzazione fiscale.
L’accesso
Si tratta di una misura fiscale opzionale rivolta a tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa, indipendentemente dalla natura giuridica, dalla dimensione e dal settore produttivo di appartenenza. L’accesso al “Patent Box” è riservato alle imprese residenti in Italia che svolgono attività di ricerca e sviluppo finalizzate alla creazione o al miglioramento dei beni immateriali soprammenzionati. Per poter beneficiare di tale regime di agevolazione, le aziende devono dimostrare un effettivo collegamento tra gli investimenti effettuati e lo sviluppo degli asset tutelati. Nel dettaglio, il “Patent Box” si applica esclusivamente alle imprese che utilizzano direttamente i citati beni immateriali nell’ambito della propria attività economica.
Al fine di usufruire di siffatta agevolazione, è necessario accertarsi che siano soddisfatte alcune condizioni preliminari ed essenziali:
• In primis l’avvenuta ricezione di una privativa industriale, quale la registrazione di un brevetto o di un marchio.
• Successivamente la concreta verifica della presenza del bene immateriale all’interno del bilancio. In merito a tale aspetto si vuole sottolineare che nel periodo di imposta in cui uno dei beni immateriali ottiene un titolo di privativa industriale, sono agevolate le spese di ricerca e sviluppo, che hanno contribuito alla sua creazione e sostenute negli otto periodi di imposta antecedenti alla richiesta. In siffatto modo, nel caso in cui l’agevolazione generi una perdita fiscale, questa può essere riportata negli esercizi successivi fino a un massimo di cinque anni.
• Infine, l’effettivo utilizzo di tale bene immateriale, direttamente o indirettamente, nello svolgimento dell’attività d’impresa.
Qualora le condizioni di cui sopra siano soddisfatte, l’agevolazione deve essere richiesta in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi, relativamente al periodo d’imposta nel quale si intende esercitarla e avrà validità quinquennale, pur essendo rinnovabile.
Compatibilità con altre agevolazioni
Un aspetto cruciale del “Patent Box” è la sua compatibilità con altre forme di agevolazione, quali il credito d’imposta per ricerca e sviluppo e la finanza agevolata. Tuttavia, è fondamentale effettuare preliminarmente un’analisi dettagliata e rigorosa prima di procedere verso tale misura, poiché il credito d’imposta subisce una riduzione nel caso di cumulo con il “Patent Box”. Invero, è necessario verificare che il totale degli incentivi ottenuti non superi il valore dell’investimento, al fine di evitare sprechi o limitazioni nell’uso dei benefici fiscali. In conclusione, una gestione attenta del “Patent Box”, combinata con altre opportunità di supporto all’innovazione, potrebbe rappresentare un elemento chiave per il successo e la competitività dell’impresa nel lungo termine.