La tavola rotonda a SPS Italia ha riunito alcune delle principali aziende italiane del settore dell’automazione, evidenziando il valore del Made in Italy come connubio tra innovazione, qualità e tradizione.
Il concetto di Made In Italy nell’Automazione
Per il secondo anno consecutivo si è tenuta a SPS Italia la tavola rotonda dedicata ai produttori italiani di tecnologie dell’automazione. L’evento ha visto protagoniste alcune delle principali aziende del settore. L’automazione Made in Italy rappresenta un perfetto connubio tra innovazione, qualità e tradizione. Le aziende italiane, pur essendo presenti a livello internazionale con stabilimenti in tutto il mondo, mantengono un forte legame con il territorio nazionale, privilegiando la produzione e lo sviluppo delle competenze in Italia.
Un esempio emblematico di questo approccio è Bonfiglioli, Andrea Torcelli, Chief Technology Officer ha spiegato: “siamo un’azienda che combina l’internazionalità con l’italianità, gestendo 18 stabilimenti globali ma mantenendo le competenze e il cuore pulsante in Emilia Romagna”. Sul legame con il territorio ha insistito anche Gioacchino Civiletti, AAS Product and Solution Manager di Comau “Siamo un’azienda internazionale ma abbiamo mantenuto il core della progettazione e produzione a Grugliasco. Collaboriamo inoltre strettamente con fornitori e player del territorio nazionale, creando sinergie con le università locali, come l’Università di Pisa, il Politecnico di Milano, Torino e Bari”.
La collaborazione con il mondo accademico è stata ribadita anche da Stefano Massari, Account Executive Sales Manager di DM Management & Consulting in quanto “favorisce lo sviluppo di giovani talenti e porta alla creazione di soluzioni innovative apprezzate a livello globale, soprattutto nel settore del software e dell’elettronica. Del resto la qualità del software Made in Italy è riconosciuta in tutto il mondo per la sua precisione, estetica e facilità d’uso”.
Concetti ripresi dall’altra software house partecipante alla tavola rotonda, Fasthink che con Matteo Scola, Operation Manager, ha evidenziato “l’importanza dell’innovazione derivante da università, aziende e collaboratori del territorio”. Claudio Ambra, Chief Technology Officer di Exor International ha posto l’attenzione sull’approccio italiano orientato alla risoluzione di problemi, particolarmente complessi nell’automazione: “Le aziende italiane puntano su prodotti che combinano l’alta tecnologia con una particolare attenzione all’usabilità e all’estetica, caratteristiche intrinseche al design italiano. Un esempio è l’HMI (Human-Machine Interface) sviluppato da aziende come Exor International, che ha sempre seguito l’evoluzione dell’industria mantenendo un forte focus su estetica e facilità d’uso”.
L’approccio italiano all’innovazione si fonda anche sulla contaminazione tecnologica e sulla flessibilità. Questa è la visione di Pneuma il cui Corporate Brand Manager, Head of Marketing, Domenico Di Monte, ha aggiunto: “La capacità di ascoltare le esigenze dei clienti e tradurle in soluzioni tecnologiche avanzate è uno dei punti di forza dell’automazione italiana. Il Made in Italy nell’automazione non è solo un marchio di qualità, ma una vera e propria strategia che valorizza il capitale umano e tecnologico, puntando su giovani talenti e sull’innovazione continua per affrontare le sfide globali con successo”.
Trend tecnologici
Negli ultimi anni, diverse aziende italiane hanno intrapreso un percorso di digitalizzazione e innovazione tecnologica per migliorare i processi produttivi e offrire soluzioni più efficienti e intelligenti. Torcelli ha sottolineato come Bonfiglioli abbia avviato un percorso di trasformazione digitale “concentrandosi sull’integrazione di sensori, riduttori e sistemi intelligenti nei propri prodotti. L’obiettivo è migliorare i processi aziendali attraverso l’interpretazione dei dati raccolti e l’uso di algoritmi software avanzati. L’attenzione è rivolta alla creazione di soluzioni innovative che rispondano alle esigenze specifiche dei clienti, in particolare nei settori della logistica e del packaging, puntando a partnership strategiche e allo sviluppo di competenze”.
I trend tecnologici di Comau, riconosciuta a livello globale per la robotica e l’automazione, si distinguono “per la capacità di adattare le proprie soluzioni a contesti sia strutturati che non strutturati”. Civiletti ha evidenziato il fatto che “l’azienda sta sviluppando progetti robotici nel settore della logistica, del food, del pharma e dell’e-mobility, grazie anche all’impiego di software low-code o no-code. La flessibilità, la sostenibilità e le collaborazioni con aziende italiane sono i pilastri grazie ai quali Comau riesce a offrire soluzioni personalizzate e innovative”.
DM Management Consulting si focalizza sull’intelligenza artificiale (AI) e sullo sviluppo di piattaforme software che migliorano l’esperienza utente. Massari ha infatti spiegato: “Le attività di ricerca e sviluppo che stiamo portando avanti stanno esplorando l’applicazione di modelli di AI avanzati per rendere le interfacce più intuitive e migliorare la gestione dei dati. Anche l’integrazione dell’IoT e del 5G è fondamentale per digitalizzare settori come l’agroalimentare, l’energia, la logistica (e trasversalmente tutti i mercati) con lo scopo di migliorare la tracciabilità dei prodotti e l’efficienza della filiera”.
In casa Exor International si sottolinea l’importanza dell’Italia come uno dei principali produttori di macchinari per l’automazione. Ambra: “L’azienda raccoglie e analizza i dati delle macchine tramite piattaforme sicure, utilizzando l’intelligenza artificiale per migliorare l’interazione tra reparti e ottimizzare i processi produttivi. La combinazione di AI e 5G sta trasformando le fabbriche, permettendo un controllo in tempo reale e una maggiore efficienza. Exor International crede fortemente nella digitalizzazione e nell’uso di tecnologie cloud ed edge computing. L’elaborazione dei dati a livello di macchina, in tempo reale, porta grandi benefici in termini di efficienza e cybersecurity”.
L’emergente Fasthink si concentra invece sulla raccolta e sulla visualizzazione dei dati aziendali, anche con l’uso dell’AI. Secondo Scola “le nostre soluzioni permettono di digitalizzare i processi produttivi grazie a sensori wireless che monitorano lo stato delle operazioni in tempo reale. L’obiettivo è semplificare la digitalizzazione e trasformare i dati raccolti in informazioni utili per migliorare l’efficienza aziendale”.
Pneumax investe nell’innovazione tecnologica, con un focus sulla modularità e la flessibilità dei prodotti. Ha tenuto a chiarire Di Monte: “L’azienda sviluppa macchinari smart che possono essere riconfigurati per allungare il ciclo di vita del prodotto, riducendo così gli sprechi. Pneumax pone massima importanza alla qualità dei dati raccolti, concentrandosi su quelli realmente utili, e utilizza l’intelligenza artificiale per gestire la cybersecurity e prevenire attacchi esterni”.
Formazione e talenti
Nell’ultimo giro di tavolo le aziende italiane di automazione hanno dimostrato un forte impegno nella formazione e nello sviluppo dei talenti. Spinte dal mismatch tra domanda e offerta di lavoro e consce della difficoltà nel trovare i profili professionali necessari, tutte stanno investendo in progetti innovativi e collaborazioni strategiche con istituti educativi e centri di eccellenza. Bonfiglioli, Comau, DM Management Consulting, Exor International, Fasthink e Pneumax sono protagoniste nel promuovere la crescita delle competenze specializzate attraverso accademie interne, corsi personalizzati e partnership con scuole e università. In un contesto in cui la tecnologia avanza rapidamente, queste imprese riconoscono l’importanza cruciale della formazione per affrontare le sfide del futuro e colmare il divario tra domanda e offerta di competenze.