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DIGITALE E GREEN, PRONTI PER LA DOPPIA RIVOLUZIONE?

da | 7 Ott, 21 | Editoriale |

Unioncamere ha commissionato un’indagine su un campione di 3000 imprese manifatturiere per analizzare gli investimenti realizzati in ambito green e digitale nel 2020.

I risultati hanno evidenziato che la maggior parte delle aziende non ha intrapreso un vero e proprio percorso di trasformazione. Il 62% ha dichiarato di non voler investire in futuro, mentre il 26% del campione ha scelto di investire solo in una delle due aree.

Una recente ricerca promossa da Capgemini ha portato a risultati simili: circa la metà delle aziende dichiara di aver sviluppato un approccio operativo sostenibile, seppure meno di una su cinque si è effettivamente dotata di una strategia IT coerente per ridurre il proprio footprint ambientale e per disegnare un credibile percorso di decarbonizzazione. Ciononostante il trend sembra destinato a cambiare.

Inevitabilmente sta aumentando l’utilizzo “ambientalmente consapevole” del digitale. In quest’epoca non si possono ignorare le enormi potenzialità delle nuove tecnologie per automatizzare e rendere agili i processi produttivi. Contestualmente tali tecnologie hanno un impatto immediato in termini di riduzione degli sprechi e di contenimento delle emissioni di CO2.

Non vanno poi trascurati il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e lo scenario di mercato che premia i temi della sostenibilità e dell’inclusione, aprendo a nuovi modelli di business e nuovi investimenti. Pensiamo ad esempio alla connettività in banda larga, alle reti 5G e alla realizzazione di un’infrastruttura cloud nazionale per la fruizione dei servizi pubblici digitale. Ma anche ai servizi legati alla sostenibilità ambientale, anch’essi focalizzati sull’utilizzo delle nuove tecnologie. Che l’Intelligenza Artificiale, la manifattura additiva e le altre tecnologie digitali siano acceleratori di efficienza è fuori discussione, anche in termini di riduzione di emissioni di gas serra e cicli di smaltimento. E soprattutto i dati macroeconomici attuali sono migliori delle aspettative: il manifatturiero italiano guarda alla ripresa economica con ottimismo e voglia di innovazione.

La Commissione europea rilancia, stimando un +5% del Pil italiano nel 2021.

È su queste basi e intorno a questi temi che si apre la terza edizione dell’Automation Week, evento di cui parliamo diffusamente in questo numero. Un’occasione per ripartire e ridiscutere di innovazione e automazione nel segno di una rinnovata fiducia nel futuro.

Armando Martin

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